Nel Levitico, il libro della Torah ebraica e della Bibbia cristiana, 15:19-30 è detto:
“Quando una donna avrà i suoi corsi e il sangue fluira’ dalla sua carne, la sua impurità durerà 7 giorni, e chiunque la toccherà sarà impuro fino a sera.”
La parola mestruazione crea spesso un certo imbarazzo ancora ai nostri giorni e molte adolescenti fanno fatica persino a comprare gli assorbenti nei negozi, ma perché?
Spesso l’imbarazzo che si prova deriva dalla propria famiglia di origine, dalla comunità’ di riferimento, dalla scuola e non si considerano gli effetti che si hanno sulla sessualità, causando spesso sentimenti di vergogna, di giudizio e di inadeguatezza.
Parallelamente ai tabù ancora esistenti sono nati gruppi e movimenti di donne che celebrano il rosso sangue e tutti i rituali ad esso connessi espressi attraverso danze e meditazioni sull’utero e sul potere creativo delle mestruazioni.
In questo bel salto ideologico e culturale purtroppo troviamo ancora vecchi tabù che antropologicamente riecheggiano tra questi cambiamenti, senza parlare poi di altre culture come l’Africa, l’India e i paesi arabi dove la donna mestruata è ancora simbolo di vergogna e sporcizia.
Messa in disparte e segregata durante i “giorni rossi” la donna diventa pericolosa per la comunità; le è vietato toccare qualsiasi cosa perché sporca a causa dei peccati che crea in quei giorni e in alcune estreme situazioni e’ imboccata perché si pensa che solo toccando il suo stesso cibo potesse contaminare i raccolti.
Non sono favole, sono tristi realtà che in altri paesi tormentano la donna come terribili rituali ancora in voga, mi riferisco all’ infibulazione ed altre atrocità simili.
Ma come è possibile tutto ciò?
Anche se nella nostra società siamo libere di esprimerci e di non vivere certe atrocità disumane continuiamo comunque ad usare la parola mestruazione con qualche difficoltà tanto da scegliere altri nomi: “sono arrivati gli ospiti”, “ho il marchese”, ” ho le mie cose”, e poi a parere soprattutto degli uomini, in quei giorni siamo strane, esaurite, pazze, sclerotiche, basta ricordare la solita espressione durante un litigio con una donna: “E’ colpa delle mestruazioni o ti devono venire?’”.
Non dimentichiamo altre simpatiche formule segrete della tradizione popolare:
“Non fare la doccia, non andare al mare, non mettere a crescere la pasta per la pizza, non fare la maionese…” questi ed altri “suggerimenti” accompagnano durante l’adolescenza fino a quando finalmente si supera la rete di queste credenze e di tabù e ti senti libera di tuffarti in mare o in piscina senza il terrore di colorare il mare di rosso.
In onore di questo rosso sangue tabu’ voglio ricordare che noi donne di tutto il mondo siamo simbolo di vita e di creatività, di forza e di potenza generativa e attraverso le mestruazioni liberiamo la sorgente creativa. Nessun essere umano, nessuno di voi che sta leggendo questo articolo sarebbe qui in questo mondo se la propria madre non avesse avuto le mestruazioni e non fosse stata fertile grazie al suo ciclo e ai suoi ormoni.
Quando le mestruazioni arrivano dedichiamo del tempo alla cura del nostro corpo e della nostra anima, onoriamo il tempio sacro che il nostro corpo in qualita’ di donne rappresenta e parliamone liberamente perche’ non c’e’ nulla di cui vergognarsi.
Le mestruazioni sono un momento di pausa e di consapevolezza, nuove energie si muovono nel corpo pronto a ritornare fertile una volta finite e cosi’ ad ogni ciclico appuntamento mensile.
Spero che il mondo si possa accorgere di quanto amore e connessione con la natura c’e’ nelle mestruazioni e che liberi ognuno di noi da quegli antichi tabu’ generazionali che in alcune parti del mondo invalidano il rispetto e il supporto che ogni donna merita.