Metodologia

La Psicoterapia Espressiva è una modalità psicoterapeutica ad orientamento psicodinamico che promuove l’utilizzo integrato del codice espressivo/comunicativo verbale e preverbale valorizzando, in particolare, gli strumenti e le tecniche d’intervento specifiche dell’arte o della danza movimento terapia. Nella Psicoterapia Espressiva si attivano processi e stili comunicativi collegati ai potenziali creativi primari; si intrecciano, in forme e modi variegati a seconda dei momenti, prove di dialogo diretto tra mondo interno del paziente e del terapeuta. Sperimentare la produzione di immagini e/o coreografie corporee, può aiutare a riprendere il filo di un discorso, talora sospeso o spezzato.

Le espressioni artistiche, attraverso la produzione grafico-pittorica o il movimento corporeo, ci offrono codici espressivi non verbali per sviluppare capacità simboliche e lingue adatte a comunicare esperienze interiori L’opera creata all’interno del setting di Psicoterapia Espressiva sia attraverso i materiali che attraverso il corpo e il movimento, diviene il medium e il ponte attraverso cui dare forma all’informe e stabilire una relazione con parti del paziente mute e inaccessibili alle parole e al processo simbolico. In questo assetto, processo creativo e processo terapeutico procedono parallelamente rendendo la dimensione estetica, motoria o grafica uno dei principali strumenti di analisi e d’intervento. La relazione terapeutica, oltre ad essere analizzata in termini di transfert e controtransfert, viene così identificata nella forma, nel contenuto e nel processo dell’espressione artistica e corporea. 

Tale tensione è movimento potenziale, e, talvolta, rivela più delle parole le esigenze nascoste di una persona. Il movimento permette di mimare, danzare, recitare e cantare. E’ la vita come noi la conosciamo. E’ presente anche quando si suona uno strumento o si dipinge un quadro e in tutte le attività artistiche. In ogni caso, il movimento non è solo un fatto fisico, è anche un fatto che cambia di significato con i continui cambiamenti della sua espressione.” Lo Psicoterapeuta Espressivo presta una particolare attenzione a questo livello di comunicazione, sintonizzandosi con quel dialogo non verbale che è riconoscibile nelle diverse forme e qualità che emergono nell’espressione artistica e corporea nel corso del processo di cura. 

L’orizzonte teorico-metodologico della Psicoterapia Espressiva ha attinto inizialmente alla prospettiva di M. Klein e alla teoria delle relazioni oggettuali sviluppata da esponenti della corrente degli “psicoanalisti indipendenti” britannici come M. Milner, W. Bion e, in particolare, D. Winnicott. Quest’ultimo ha introdotto e approfondito le funzioni del processo creativo, esplorando la dimensione del gioco e del disegno non solo quali indicatori di conflitti o bisogni evolutivi, ma soprattutto come canali di comunicazione e di scambio, che possono creare uno spazio potenziale in cui i processi di simbolizzazione possono nascere e svilupparsi. 

Questo spazio può arricchire la comunicazione preconscia tra paziente e terapeuta, facilitando l’integrazione dell’esperienza psichica e corporea. Nello spazio potenziale che si viene a creare, paziente e terapeuta sperimentano nelle qualità estetiche e percettive delle immagini e dei gesti le fasi del comune percorso del processo interiore. La piena condivisione delle qualità estetiche della comunicazione non verbale che si stabilisce sostiene l’esperienza della sintonizzazione profonda.

Nella Psicoterapia Espressiva, l’attenzione al corpo porta a fare un uso consapevole del movimento come mezzo terapeutico. Ciò aiuta a cogliere la complessità che con esso viene comunicata, per avvicinare il significato insito in un gesto, una postura, o una sensazione, e come tutto ciò si collega agli stati affettivi. Nel corso del lavoro i vissuti profondi, pur rimanendo inizialmente lontani dall’essere consapevoli, si esprimono nell’atto creativo stesso trovando, in alternativa al sintomo, un proprio campo di elaborazione. Gli sviluppi delle neuroscienze nell’evidenziare il profilo “incarnato” delle funzioni psichiche, hanno confermato il ruolo dei codici espressivi pre-verbali della produzione estetica motoria e grafica, nella regolazione dell’esperienza emotiva e dei processi di adattamento. Ricerche compiute sia nell’ambito della psicoterapia che delle neuroscienze hanno dato conferma che il corpo è uno strumento molto significativo per individuare e processare dati fisiologici e percettivi collegati agli stati affettivi (Pallaro, 2007).

Nella Psicoterapia Espressiva quindi siamo convinti e confidiamo che il movimento e l’esperienza incarnata possano sostenere sia la crescita psichica che quella neurologica.

Preso dal documento pubblicato su sito di Art Therapy Italiana