Spesso durante I colloqui individuali di arteterapia e psicoterapia molti pazienti mi chiedono come stimolare la loro creativita’ perche’ sentono una grande voglia di esprimere quello che hanno dentro ma non sanno come fare.

Il percorso verso se stessi e’ un percorso verso la manifestazione della  propria natura la quale attraverso l’intuito indirizza e consiglia. Delle volte il famoso “blocco dello scrittore’ arriva anche nella vita di tutti I giorni quando abbiamo voglia di fare qualcosa di creativo ma non ci viene in mente nulla, in questo caso suggerisco una tecnica semplice e anche originale che puo’ trasformare vecchi libri inutilizzati in vere e proprie opere d’arte. Vediamo di cosa si tratta e come puo’ venire incontro al desiderio di creativita’ che ognuno di noi porta con se’.

E’ una tecnica veramente semplice ed accessibile a tutti la Found poetry o Blackout poetry un po’ simile al collage ma in questo caso fatto con le parole.

La blackout poetry ha origini antiche se si va a ricercarne il percorso e chi l’ha inventata, diciamo che negli ultimi anni molti autori ne hanno evidenziato l’efficacia grazie anche ad un utilizzo personale e terapeutico.

Con un semplice atto, che potrebbe sembrare non molto rispettoso, come quello di strappare e scarabocchiare le pagine di un libro si può svelare il poeta dormiente che è in noi. Consiglio un vecchio libro o pagine di giornali con solo testo scritto.

Importante è evidenziare di rosso, mentre si legge la pagina prescelta, le parole che ci colpiscono e catturano la nostra attenzione; dopo aver terminato tutta la pagina si deve cancellare con un pennarello nero tutte le altre parole non scelte.

Al termine unite solo le parole cerchiate in rosso e unendole con senso grammaticale ecco venire fuori la poesia  che sarà “casualmente” appropriato al vostro momento presente.

Una lunga schiera di poeti, artisti, scrittori negli anni hanno testimoniato i benefici che si ricevono dal fare arte anche in questa modalita’ apparentemente semplice ma molto profonda.

Perche’ fa bene?

Perche’ quando mettiamo la nostra attenzione e le nostre energie in una attivita’ artistica entriamo nel flusso creativo e viviamo il presente come in uno stato meditativo.

Perche’ scrivere, disegnare, dipingere, cantare, cucinare ci aiutano a tornare dentro di noi e a scoprire chi siamo e cosa ci fa bene.

Perche’ dopo aver creato ci sentiamo bene con noi stessi, fieri di aver dato vita a qualcosa che possiamo fare, rifare, aggiustare o cambiare.

Con questa tecnica non si deve scrivere dal nulla una poesia ma solo ricomporre un testo che già c’è, e questo penso possa in qualche modo aiutare a superare qualche resistenza e a rendere la scrittura un’attività più spontanea.

Dall’altra parte, chi invece è abituato a scrivere, ma non ha dimestichezza con il disegno o la pittura, può trovare piacevole riuscire a creare qualcosa di visivo anche senza particolari abilità manuali, infatti consente di lavorare con le parole in un modo nuovo accompagnando il testo trovato a disegni o pennellate di colore oppure a collage e a tutto cio’ che puo’ venire in aiuto della vostra creativita’.

Buona creativita’ a tutti!

Qui un esempio di una poesia nascosta:

In una casa alta, antica, un piccolo tiglio suda.
Il dottore sulla pancia.
Si sente l’ odore di un ago che penetra.
Sono paralizzata, tutto diventa bianco.
Dolore; una paura mi attraversa il corpo.
Vi prego fermatevi non uccidetemi   voglio ritornare.
Sono morta, il dolore si perde nel vuoto, vi prego ho 11 anni.
Tavole colorate, i due visi si mescolano.